domenica 1 aprile 2007

Ajuak...


Ajuak, questo e il nome del piccolo, e’ stato subito ricoverato nella clinica di Medair. Ormai si trova qua gia’ da un paio di settimane e devo dire che sta guarendo molto rapidamente. E’ sotto una cura antibiotica particolare, ha bisogno di almeno altre 5 settimane di terapia . Ovviamente e’ annoiato dal fatto di vedere ogni giorno, strani tipi con la faccia piu o meno simpatica che puntualmente si dirigono verso di lui con un sorriso grande e alla fine gli lasciano un altro buco nel sedere. Forse un giorno, quando diventerà piu grande, si ricorderà di noi e sarà riconoscente per quello che gli stiamo facendo. E che importa se questo avverrà quando io ed il gruppo intero avremo lasciato il Sudan già da un pezzo. Mi rendo conto sempre di piu’ che stiamo lavorando in prima linea, fra mille difficolta’ e privazioni, sotto il sole cocente e con il minimo indispensabile, stiamo affrontando tante situazioni diverse l’una dall’altra, mille bisogni tutti legittimi che richiedono tanta energia e rapidita’, a volte è troppo quello che succede in solo 24 ore. Ma non importa, quella di Ajuak e’ solo una delle tante storie che possono essere raccontate. Raccontarle ci permette di farci riflettere su quello che e’ stato fatto, A volte sembrano come i vagoni di un treno che sfrecciano ad alta velocità. Ajuak e’ una vita salvata, che un giorno magari potra capire il piano perfetto di Dio e vivere per portare gloria e frutto per il Signore. Questa è la nostra preghiera. Mi viene in mente quel verso della Bibbia che finisce con le parole di Gesu’ ….E qualsisasi cosa avete fatto ad uno di questi minimi lo avete fatto a me".A questo verso posso collegarne un altro che dice « fatevi tesori nel cielo… ».
Ajuak adesso grazie a Dio non ha piu’ il viso in condizioni disperate come l’avevo visto due settimane fa, sta bene, non ha bosogno di stare a letto e ogni mattina dopo aver ricevuto la sua terapia è libero di andarsene in giro fra le altre tende della clinica, a piedi nudi, a rincorrere le lucertole o a giocare con il suo contenotore di plastica. E’ di nuovo un bimbo pieno di energie. Presto arrivera’ il momento in cui potra’ risalire di nuovo su quella barca per tornarsene nel suo villaggio.

1 commento:

Anonimo ha detto...

CIAO U FRAT CHE BELLO VEDERE COME DIO SI SERVE DI TE E' SPETTACOLARE,DIO HA GIA' RIPAGATOQUELLO CHE STAI FACENDO SEI IL MIO PIU' GRANDE ESEMPIO CIAO. CHRISTIAN .A SALUTI ANCHE DA SABA SPERO DI RIVEDERCI PRESTO.SALUTAMI IL PICCOLO!!!!!!!